mercoledì 10 gennaio 2018

IL 2018 SARÀ UN ANNO DI BUON’ARIA?

di Giuseppe Marazzini
10.01.2018

I risultati finali del monitoraggio dell’aria effettuati da Arpa a Legnano nel 2016 e nel 2017, sono tranquillizzanti. Cosa dice il monitoraggio sulla qualità dell’aria? Dice che l’aria a Legnano non è poi così male, sì c’è un po’ di schifezza in giro, ma niente di particolare (per le concentrazioni riscontrate e i limiti di legge, vedere il report Arpa 2016 consegnato all’amministrazione e pubblicato sul sito comunale). 

Possiamo stare tranquilli? Io direi proprio di no, perché gli inquinanti presenti nell’aria, se pur per periodi brevi e a concentrazioni al di sotto dei limiti fissati per legge o leggermente al di sopra di tali limiti, possono essere causa comunque di seri disturbi alla nostra salute. Nell’aria che respiriamo si formano micidiali cocktail velenosi grazie alla combinazione di diversi agenti chimici. Abbiamo informazioni sufficienti su queste combinazioni? Conosciamo le conseguenze per gli esseri viventi? Domande a cui nei report di Arpa, non si trova risposta. 

Per saperne di più ritengo sia utile un monitoraggio dell’aria più mirato, come quello proposto da dieselgate (vedere allegato) e un monitoraggio sanitario riguardante lo stato di salute dei cittadini legnanesi. In particolare quello dei bambini in età scolastica e degli anziani, correlando poi i risultati del monitoraggio sanitario (con esami per malattie respiratorie) con i dati dell’inquinamento. 

Gli artefici di questa iniziativa dovrebbero essere l’amministrazione comunale, l’associazione dei medici legnanesi come soggetto capofila del monitoraggio sanitario e le nuove consulte territoriali, con il compito di divulgazione e sensibilizzazione. 

Richiamo il titolo della proposta presentata nella prima edizione del bilancio partecipativo: “respiriamo per vivere non per morire”... appunto!


















Dieselgate, la raccolta fondi per far monitorare l’aria ai cittadini. Il progetto a Milano, Roma, Brescia e Bologna 

L'associazione Cittadini per l'aria lancia una campagna di monitoraggio partecipativo dell'inquinamento urbano legato alle auto diesel. I cittadini potranno usare delle speciali provette, da agganciare a 2,5-3 metri di altezza ai pali o ad altri supporti in strada, per raccogliere campioni di biossido di azoto. Dopo il successo dell'iniziativa a Milano, il progetto verrà replicato nel 2018 non più solo nel capoluogo lombardo. Il crowdfunding chiude il 20 gennaio, poi cominceranno le rilevazioni. 

di Stefano Valentino, 3 gennaio 2018 - Il Fatto Quotidiano.it 

L’associazione Cittadini per l’aria lancia la prima inchiesta dal basso sul Dieselgate a livello nazionale, con una raccolta fondi che chiuderà il prossimo 20 gennaio. Si tratta di una campagna di monitoraggio partecipativo dell’inquinamento urbano legato alle auto diesel che, dopo il successo dell’esperienza a Milano, verrà replicata anche a Roma, Brescia e Bologna. Gli stessi cittadini potranno usare delle speciali provette, da agganciare a 2,5-3 metri di altezza ai pali o ad altri supporti in strada, per raccogliere campioni di biossido di azoto (NO2): è il gas emesso soprattutto dai motori diesel che uccide ogni anno 17.290 italiani, attribuendo al nostro paese il record di morti premature in Europa. Nel capoluogo lombardo le rilevazioni effettuate nel 2017 hanno registrato concentrazioni fino al doppio del consentito. 

“La mobilitazione pubblica e le analisi dei dati ci permetteranno di dare un segnale forte per chiedere alle amministrazioni di vietare la circolazione dei veicoli diesel nelle nostre aree urbane, come hanno già fatto alcune città europee all’avanguardia, prima tra tutte Copenhagen in Danimarca”, dichiara Anna Gerometta, presidente dell’associazione. Gerometta e la sua rete di attivisti hanno deciso di ricorrere al crowdfunding per acquistare strumenti professionali e pagare gli esperti che analizzeranno i dati raccolti. Il principio è: chi offre un contributo ottiene un campionatore per monitorare il proprio quartiere. “Sarebbe un bel regalo da fare a famigliari e amici – suggerisce Gerometta – Chiediamo ai cittadini di impegnarsi in prima persona per due beni comuni inestimabili: l’aria e la salute“. Infatti, maggiore è il numero di donatori maggiore sarà il numero di campionatori che potranno essere distribuiti ai cittadini, allargando la copertura geografica delle misurazioni della concentrazione di NO2. 

L’iniziativa NO2, NO GRAZIE – STOP AI DIESEL IN CITTÀ, realizzata grazie al sostegno di Patagonia e della Ong euro-ambientalista ClientEarth e con il patrocinio della Società Chimica Italiana, verrà replicata anche nel 2018 a Milano, dove ha sede l’associazione, concentrandosi su scuole e parchi giochi, vista la particolare vulnerabilità dei bambini all’inquinamento atmosferico. Ma ora questo progetto di scienza collaborativa verrà realizzato anche a Roma, Brescia e Bologna, grazie alle collaborazioni tra Cittadini per l’aria e le associazioni Salvaiciclisti, Basta Veleni e Aria Pesa che gestirà in proprio l’intero progetto. 

La raccolta fondi si chiuderà il 20 gennaio 2018. Ad inizio febbraio verranno distribuiti i campionatori e cominceranno le misurazioni. Dopodiché, un team di ricercatori specializzati analizzerà i dati raccolti e i risultati saranno visualizzati in una serie di mappe che mostreranno i reali livelli di rischio in tutte le aeree coinvolte. 

I dati già diffusi dall’associazione riguardo a Milano, in seguito alla campagna che ha coinvolto oltre 200 milanesi, sono allarmanti: su base mensile, il 96% dei campionatori ha misurato concentrazioni di NO2 superiori al limite di 40 µg/m3 (parti per metro cubo) prescritto dall’Ue su base annua. Lo sforamento è in gran parte dovuto al fatto che i veicoli diesel, anche se di ultima generazione, emettono quantità di NOX (famiglia di inquinanti di cui fa parte l’NO2) mediamente 4/5 volte superiori al limite di legge. Concentrazioni eccessive di questi inquinanti provocano irritazioni delle mucose, asma, bronchiti, edemi polmonari ed enfisemi. I soggetti più a rischio sono bambini, anziani e persone già affette da patologie respiratorie. Le ultime ricerche scientifiche hanno inoltre messo in evidenza effetti nocivi sul feto, sullo sviluppo polmonare di neonati e bambini e danni al sistema cognitivo dei più piccoli e degli anziani.

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